Oggigiorno la tecnologia ci permette di lavorare al di fuori del perimetro fisico dei nostri uffici, a volte con strumenti più efficaci e connessioni più veloci abilitando l’adozione di un nuovo approccio innovativo all’organizzazione del lavoro cosiddetto “smart working”. Con il concetto di smart working s’intende ripensare il lavoro in un’ottica più intelligente, mettere in discussione i tradizionali vincoli legati a luogo e orario di lavoro lasciando alle persone maggiore autonomia nel definire le modalità di lavoro a fronte di una loro maggiore responsabilizzazione sui risultati. Autonomia, ma anche flessibilità, responsabilizzazione e fiducia diventano i principi chiave di questo nuovo approccio al lavoro.
La ricerca condotta da Jobrapido – primo motore di ricerca di lavoro al mondo attivo in 58 Paesi con più di 20 milioni di job post pubblicati e oltre 60 milioni di utenti registrati – evidenzia come oltre il 41% dei lavoratori italiani vorrebbe che il proprio datore di lavoro li aiutasse sul fronte delle agevolazioni per visite mediche, anche se l’attenzione verso gli impegni famigliari rimane la priorità per oltre la metà dei dipendenti (52%). Tuttavia, lo Smart Working non sembra ancora aver preso piede tra gli Italiani (12 %). A fine gennaio di quest’anno il governo ha presentato un disegno di legge, ora in discussione al Senato, collegato alla Legge di Stabilità che detta le linee guida del lavoro “agile”. Nei fatti si calcola che in Italia oltre centomila persone già lavorino in modalità “remoto”. I dati dell’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano svelano che quasi il 50% delle grandi aziende lo sta già sperimentando questo tipo di prestazione. Esempi? Vodafone, Barilla, Unicredit, Qui Group, L’Oreal, Leroy Merlin, Bnl-Paribas lo praticano o sperimentano in formule e modalità varie. E non è che l’inizio.
“Pianificazione accurata, collaborazione e creazione di aspettative realistiche possono rendere più smart la realtà aziendale”. Philip Vanhoutte –Senior Vice President e Managing Director Europe e Africa di Plantronics – presenta nel “Manifesto Smarter Working” le fondamenta dello smart working attraverso le 3B: Bricks, Bytes e Behaviours, ognuna rispettivamente rappresenta Spazio , Tecnologia e Risorse Umane.
BRICKS – La costruzione di uno spazio
Lo spazio fisico lavorativo gioca un ruolo enorme nel successo dello smart working e di un ambiente di lavoro flessibile. Il design dell’ufficio deve riflettere le esigenze e i desideri dei dipendenti.
Vengono definite quattro tipologie di spazi di lavoro che si focalizzano sulle cosiddette 4C, ovvero le capacità di: Concentrarsi, Collaborare, Comunicare e Contemplare (Concentrate, Collaborate, Communicate and Contemplate).
- Contemplare: Tempo e spazio per l’ispirazione creativa, per ricaricarsi, per rilassarsi (fare una pausa dal lavoro);
- Comunicare: Aree vivaci, caratterizzate dal rumore o da gruppi che si ritrovano (area caffè, ad esempio);
- Collaborare: Aree per lavorare insieme: (vale a dire, capsule lavorative, sale riunioni);
- Concentrazione: Spazio rilassante per concentrarsi sul lavoro (cioè celle, capsule).
BYTES – La tecnologia
Semplicemente non è sufficiente fornire allo staff la possibilità di lavorare a distanza, se non risulta vantaggioso. L’idea è quella di coinvolgere i dipendenti a collaborare tra loro in remoto. Le tecnologie più diffuse sono quelle della Unified Communication & Collaboration, adottate già dal 70% delle aziende, in particolare infrastrutture VoIP e strumenti di webconference e instant messaging. Seguono le Mobile Business Apps, diffuse nel 51% delle aziende, anche se il numero di applicazioni accessibili da mobile è ancora molto limitato, e le iniziative Social, presenti in un quarto delle aziende. Ma un numero crescente di applicazioni si sta spostando anche verso il Cloud Computing. Infine, la tecnologia, deve essere d’aiuto per superare due timori nella gestione delle risorse, poiché:
- i manager temono di perdere “di vista” i dipendenti e
- i dipendenti perdono “di vista” i loro obiettivi.
BEHAVIOUR – Manager vs Collaboratori
Ultimo e forse più importante fattore è la fiducia che deve svilupparsi tra manager e collaboratori. I manager, spesso, percepiscono di perdere il controllo, non si fidano del proprio team, o forse temono anche di perdere lo status di manager. La differenza la fanno i manager allenati a fidarsi dei loro team e ciò richiede una leadership illuminata e un approccio multi-disciplinare ben integrato, ma centrale in ogni momento; è una grande opportunità per rivedere e ridefinire che cosa significa lavorare per le persone e con le persone. Gli uffici del futuro dovranno essere luoghi aperti di aggregazione e di socialità’ che favoriscono il co-working e lo scambio delle idee e delle esperienze senza simboli di potere e gerarchie. Come conclude Vanhoutte “dando ai collaboratori gli strumenti giusti, lo spazio giusto e la fiducia in loro con la libertà di scegliere come vogliono lavorare, i dipendenti faranno cose davvero eccezionali. Ho visto che accade davvero”.